Valentina era arrogante, saccente, presuntuosa, al pari della sua bellezza, pura, viva, unica. Se in una sola parola la si voleva definire, non vi era aggettivo più adatto: vanitosa. Ad ogni passo non c’era specchio in cui non amava riflettere se stessa, le vetrine dei negozi erano i suoi specchi preferiti perché tutta la città ne era colma; gli specchi delle boutiques e i saloni di bellezza rappresentavano una prassi quotidiana ove specchiarsi; persino i piattini di pura porcellana dei bistrot erano per lei un ottimo specchio, allorquando, alzando la tazza x sorseggiare il tè, ammirava la sua immagine riflessa. Trascorreva molto tempo della sua giornata a curar se stessa piuttosto che curare gli altri, di fatto attorno a lei non vi erano amicizie, non vi erano giochi che destavano la sua attenzione, ma ciò che la nutriva era una spasmodica attenzione verso se stessa ed un costante compiacimento di ciò. I suoi passi successivi furono quelli di acquistare specchi sempre più grandi perché quelli che possedeva non gli erano più sufficienti a riflettere la sua immagine; comprò specchi ad arco, specchi grandi come porte, specchi a ricoprire intere pareti. La sua immagine riflessa diventava però ogni giorno più fioca, più spenta. Valentina non capiva cosa le stesse succedendo; non riusciva a coglier più l’immagine di sé in quei tanti specchi, non si vedeva più, aveva come ’impressione che la sagoma della sua figura si stesse sempre più sbiadendo. Un giorno, uscendo di casa, si trovo di fronte ad una pozza scura, di colore rossastro. Era stata versata una damigiana contenente vino e la macchia scura aveva ricoperto la strada e negli avvallamenti formato un grande specchio. In quella immagine rossa e intensa, valentina rivide se stessa. Non era però un’immagine lucente e candida come quella che aveva sempre visto attraverso i suoi tanti specchi, ma un’immagine nuova, non più effimera, sfuggente, inconcreta. La pozza scura le aveva reso la sua vera immagine, la sua vera identità; le aveva dato l’opportunità di comprendere che la bellezza del cosmo rispecchia nella bellezza della propria anima. Da quel giorno, valentina vanitosa, fece dell’amore e dell’amicizia le sue principali virtu’. Ancora oggi, nei racconti popolari la bella valentina viene ricordata come emblema di sentimenti nobili e virtuosi.
Nome | VALENTINA VANITOSA – Irpinia Coda di Volpe |
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Denominazione | Denominazione di Origine Controllata |
Regione | Campania |
Uvaggio | Coda di volpe |
Sistema di allevamento | Sistema controspalliera a cordone speronato |
Composizione del terreno | Terreno di medio impasto, parzialmente sabbioso e parzialmente calcareo |
Epoca di vendemmia | Prima decade di Ottobre |
Vinificazione | I grappoli vengono delicatamente pigiati. Segue illimpidimento statico a freddo. Fermentazione condotta con ceppi di lieviti selezionati, affinamento in acciaio inox |
Affinamento | Acciaio |
Gradazione alcolica | 13,5 % vol |
Abbinamenti | Il vino si abbina a primi piatti a base di pesce e crostacei, carni bianche e torte salate oppure con piatti esotici come il sushi. Sapore delicato e versatile |
Temperatura di servizio | 12° C |
Caratteristiche Organolettiche | Colore giallo paglierino, con riflessi dorati. Al naso presenta note calde, di paglia e erbe di macchia mediterranea. Gusto fruttato, dolce e avvolgente, sapore secco e sapido |
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